Prevenzione e disturbi correlati alle Malattie Sessualmente Trasmesse (MST)
Le malattie sessualmente trasmesse (MST) sono infezioni che possono diffondersi attraverso i contatti sessuali non protetti. Colpiscono persone di tutte le età e di tutti i livelli sociali, ma sono sempre più frequenti tra i giovani e i giovanissimi. Ogni anno almeno 1 adolescente su 20 contrae una MST e l’età di contagio tende ad abbassarsi in relazione alla sempre più precoce età del 1° rapporto sessuale (7% già tra i 13-14 anni) e all’aumento del numero di partner sessuali occasionali.
Tra le ragazze e le donne le conseguenze sono più serie e possono influire sulla fertilità.
In Italia poca consapevolezza tra i giovani
Molte ricerche sottolineano che i giovani di oggi si affacciano alla sessualità in modo promiscuo e disinformato: mancano comunicazione e prevenzione adeguate. I ragazzi non ne parlano facilmente e non si recano né dal medico né in Consultorio. Anche la scuola non sembra essere realmente adeguata alle reali necessità del territorio.
Come riporta l’OMS, le MST possono essere causate da oltre 30 diversi patogeni, tra batteri, virus, protozoi, funghi ed ectoparassiti. A preoccupare di più, soprattutto per le possibili conseguenze sulla fertilità e sulla salute sessuale futura sono quelle correlate a:
- infezioni virali da HPV. Il papillomavirus umano (HPV) è considerato l’agente responsabile delle forme di infezioni sessualmente trasmesse più frequenti nella popolazione generale. La sua prevalenza varia con l’età ed è più alta nelle donne giovani.Esistono oltre 120 ceppi di HPV, che si differenziano per i tipi di tessuto che infettano. Più di 40 tipi colonizzano l’epitelio anogenitale (cervice uterina, vagina, vulva, retto, uretra, ano, pene), e alcuni fra questi sono definiti HPV ad alto rischio. Tra gli HPV ad alto rischio, i ceppi 16 e 18 sono quelli più frequentemente implicati nel carcinoma cervicale. Altri tipi ad alto rischio sono associati a tumori cervicali, ma con minore frequenza, mentre gli HPV a basso rischio (quelli cioè non legati a forme tumorali) possono comunque provocare condilomi anogenitali in entrambi i sessi.
- Infezioni virali da HIV, il virus dell’AIDS.Anche se negli ultimi anni se ne parla meno è molto importante non abbassare la guardia perché il virus non è stato debellato. In Italia ci sono tra i 108.000 e i 156.000 persone con virus HIV o AIDS conclamato, compresi i casi non diagnosticati.Il 21% di tutti i casi sono donne tra i 15 e i 49 anni. Le giovanissime (10-19 anni) sono le più vulnerabili.
L’infezione da HIV provoca un indebolimento progressivo del sistema immunitario (immunodepressione), aumentando il rischio sia di tumori che di infezioni da parte di virus, batteri, protozoi e funghi, che in condizioni normali possono essere curate.
Dopo il contagio è possibile vivere per anni senza alcun sintomo e accorgersi dell’infezione solo al manifestarsi di una malattia. Sottoporsi al test HIV è, quindi, l’unico modo di scoprire l’infezione.Dopo essere entrata in contatto con l’HIV, una persona può diventare sieropositiva (positiva al test per Hiv), cominciare cioè a produrre anticorpi diretti specificamente contro il virus e rilevabili nel sangue con un semplice prelievo ematico. La sieropositività implica che l’infezione è in atto e che è dunque possibile trasmettere il virus ad altre persone. La comparsa degli anticorpi, però, non è immediata. Il tempo che intercorre tra il momento del contagio e la positività al test HIV è detto “periodo finestra” e dura poche settimane, ma può estendersi anche fino a 3 mesi. Durante questo periodo, anche se la persona risulta ancora sieronegativa è comunque già in grado di trasmettere l’infezione. - Infezioni virali da Herpes genitale, una delle più comuni infezioni trasmesse con i rapporti sessuali, anche tra gli adolescenti. Esiste anche la possibilità di un’infezione neonatale durante il parto, con una percentuale di trasmissione intorno al 30-50%, per le donne che acquisiscono l’infezione nel periodo prossimo al parto; il rischio è molto minore nelle donne con infezione contratta durante il primo trimestre di gravidanza.
L’Herpes genitale provoca lesioni cutanee localizzate soprattutto nell’area vulvo-vaginale, sul pene, intorno all’ano, su natiche e cosce, caratterizzate da vescicole spesso dolorose. - Infezioni batteriche da Clamidia, l’infezione batterica sessualmente trasmessa più comune tra le donne, con 54 milioni di nuovi casi l’anno in tutto il mondo. Le donne appaiono più sensibili degli uomini all’infezione da Clamidia per la differente anatomia (per esempio la maggiore estensione dell’area genitale e l’ectopia ghiandolare) e sono maggiormente esposte alle sue complicanze perché nella donna l’infezione decorre più spesso senza sintomi.
La MIP, se trascurata, può portare a infertilità delle tube e aumenta notevolmente il rischio di gravidanza ectopica.
- Infezioni da Treponema pallidum, batterio responsabile della sifilide. La sifilide è un’infezione dell’area genitale che causa ulcere ed escoriazioni e facilita la trasmissione dell’HIV. Se non è trattata adeguatamente, la sifilide può causare danni al sistema nervoso e ai vasi arteriosi, disordine mentale e morte. Aumenta da 2 a 5 volte il rischio di trasmissione del virus HIV. Grazie a un semplice test diagnostico e all’elevata efficacia dell’antibioticoterapia, è oggi un’infezione potenzialmente controllabile dai sistemi di sanità pubblica.
- Infezioni Neisseria gonorrhoeae, batterio responsabile della gonorrea (blenorragia); colpisce di preferenza i maschi di cui infetta le vie uretrali rispetto alle femmine (vie uro-genitali). Nota anche come “scolo”, la gonorrea è una delle malattie sessualmente trasmesse più diffuse al mondo. Può essere asintomatica, ma può anche evolvere e complicarsi causando batteriemie e sterilità.
- Infezioni fungine da Candida (candidiasi vulvo-vaginale), una delle infezioni genitali più comuni nel sesso femminile in particolare tra le adolescenti.La candidiasi è frequentissima: è stato stimato che circa il 75% delle donne abbia avuto almeno un episodio di candidiasi vulvovaginale nel corso della propria vita. Tra di loro, più o meno la metà avrà una seconda recidiva e in alcuni casi l’infezione tenderà a diventare una candidiasi ricorrente (caratterizzata cioè da 3-5 episodi all’anno che si ripetono).
La candidiasi è frequentissima: è stato stimato che circa il 75% delle donne abbia avuto almeno un episodio di candidiasi vulvovaginale nel corso della propria vita. Tra di loro, più o meno la metà avrà una seconda recidiva e nel 5-9% dei casi l’infezione tenderà a diventare ricorrente (caratterizzata cioè da 3-5 episodi all’anno che si ripetono).
È importante ricordare che queste infezioni, anche quando sono asintomatiche o comunque non troppo vistose, se trascurate possono portare a disturbi sessuali e problemi di fertilità in entrambi i sessi, soprattutto a quello femminile. Alle donne capita spesso che ci si accorga di essere state contagiate solo quando si cerca di avere un figlio. Il preservativo va sempre usato in tutti i rapporti sessuali: è l’unica protezione efficace contro le MST. Se si vuole proteggersi anche da una gravidanza indesiderata bisogna associare un contraccettivo sicuro dietro consiglio del proprio ginecologo.
Fonti
Dati WHO/OMS – Sexually Transmitted Diseases (STDs), Fact sheet N°110
Updated November 2013Dati Sitip, aprile 2013
Dati Società Italiana Pediatria (SIP) , Maggio 2013
European Center for Disease Control, Sexually transmitted infections in Europe
Survellance Report 1990–2009, Stockholm: ECDC; 2011 (ottobre 2013)Dati Aied, 2011
Dati Ministero della Salute/Epicentro ISS
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www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.jsp?lingua=italiano&id=115&area=Malattie_sessualmente_trasmissibili
www.epicentro.iss.it/problemi/sifilide/sifilide.asp
www.epicentro.iss.it/problemi/hpv/hpv.asp